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La crisi etica ed economica della stampa è accelerata dalla presenza di Internet, il medium dove secondo tutti gli esperti prospererà l'informazione del futuro. I latifondisti mediatici ne hanno finora preso il peggio usando la Rete per precarizzare i giornalisti e omologare verso il basso le notizie. Ma fuori dai grandi media Internet è una rivoluzione. Da trent'anni offre sinapsi e tecnologia libera che democratizza l'informazione, rompe la concentrazione editoriale e fa circolare tra milioni di soggetti notizie non filtrate. Analizzando luci ed ombre, da ben prima dei blog, del web 2.0, dei social network, Facebook e Twitter, la Rete ha reso possibile un giornalismo diffuso e partecipativo, dal basso, ma non per questo meno verificabile. Se il giornalismo tradizionale si basa sulla cooptazione, il "giornalismo partecipativo" basa la propria autorevolezza sulla revisione tra pari propria della comunità scientifica e sulla comunicazione aperta. Siamo di fronte ad una erosione del latifondo mediatico e una Riforma agraria dell'informazione?